PREMIO CETONAVERDE POESIA

DEDICATO ALLA MEMORIA DI ANTONIO MARIA MAROCCO

TERZA EDIZIONE

La terza edizione del Premio Biennale Cetonaverde Poesia 2009 è stata vinta da Seamus Heaney per il Premio Internazionale alla Carriera. Cesare Viviani è risultato il vincitore per la sezione Premio Poesia Edita con Credere all’invisibile di Einaudi, mentre il giovane marchigiano Massimo Gezzi si è aggiudicato il Premio Poesia Giovani.

PREMIO INTERNAZIONALE ALLA CARRIERA 2009
Seamus Heaney nasce il 13 aprile del 1939 a Castledawson, al sud della Contea di Derry, nell’Irlanda del Nord. Premio Nobel per la Letteratura nel 1995 e massimo rappresentante contemporaneo del rinascimento poetico irlandese. Ha vinto la sezione Cetonaverde 2009 «Premio Internazionale alla Carriera» . Heaney mette in atto un processo linguistico in cui la memoria si declina alla realtà circostante, quotidiana o già assorbita dalla storia. Ma la memoria è anche il luogo del ritorno, nel segno di una circolarità dell’esistenza indicata anche dal titolo di questo libro, coniugando il peso della materia con profonda levità.
Ha pubblicato per Mondadori la raccolta District and circle.

PREMIO POESIA EDITA 2009
Cesare Viviani è nato a Siena nel 1947. Viviani ha vinto la sezione Cetonaverde 2009 «Premio Poesia Edita» con la raccolta Credere all’invisibile, edita da Einaudi. Con questa sua nuova raccolta Viviani fa un passo ulteriore nel percorso di meditazione, voce affabile e colloquiale anche nel proporre temi elevati, come i limiti dell’umano, la pulsione all’autenticità, il confronto con l’angoscia della fine. L’“invisibile” di Viviani non è qualche cosa di trascendente, ma è ciò che, innervato nella concretezza della natura, resta indecifrabile. E dunque credere, più che l’oggettivazione di una fede, è rispettare, accettare, affidarsi alla vita.

PREMIO POESIA GIOVANI 2009
Massimo Gezzi è nato a Sant’Eldipio a Mare nel 1976. Ha pubblicato le raccolte poetiche Il mare a destra (Edizioni Atelier, 2004), L’attimo dopo (Sossella, 2009), ed è presente nel Nono quaderno di poesia curato da Franco Buffoni (marcos y marcos, 2007). Saggista e traduttore dall’inglese, Gezzi lavora come assistente alla cattedra di Letteratura italiana all’Università di Brera.


La tempesta del ’98
di Massimo Gezzi

“Avete mai visto la danza dei muggini
che saltano in branco al primo chiaro di luna?”
Raccontava sorridendo, le mani callose
e inargentate dalle squame: “E il balzo del pesce spada,
nei mattini color perla? O l’agonia dello sgombro
nel secchio del pescato, che si lacera il muso
picchiando alle pareti?”. Non era giorno fatto
che era già in alto mare, la camicia troppo lunga
arrotolata sui fianchi, le canne allineate
nella consueta successione.

Quando lo avvistarono, diversi giorni dopo,
non era ancora buio: nel retino scintillavano
le schiene delle aguglie, la canna spezzata
dalle raffiche di vento indicava qualcosa,
laggiù, sotto il pelo. Lo trovarono supino,
silenzioso e compunto: le orbite cave,
le labbra smangiate dal sale
atteggiate in un sorriso: fu l’unico prodigio
che dovemmo raccontare noi.